Appuntamento fisso a chiusura
delle attività catechistiche per il gruppo giovani di Santo Stefano è diventato
il mini campo di Cannero, nello splendido scenario della casa dei padri
assunzionisti, proprio di fronte ai castelli diroccati che sbucano dal lago
Maggiore. Il “gruppone” partecipante era un mix tra i ragazzi che durante
l’anno si ritrovano settimanalmente per la catechesi giovanile e alcuni
animatori con cui hanno lavorato tanto e proficuamente nell’appena concluso
grest sul tema delle cronache di Narnia.
E così nella sera di venerdì 31
luglio il ritrovo è sulla nostra piazza, sistemazione nelle auto di tutti e 18
i partecipanti, e via verso la meta. Una coda, dovuta ai tanti turisti presenti
nella zona lagunare, ci allunga i tempi di percorrenza, ma all’arrivo ci sono
sempre Pia e Danilo, con l’immancabile cane Bea, che ci aspettano sorridenti e
accoglienti come se fossimo dei loro familiari. Sarà l’aria del lago ma la cena
viene velocemente divorata da tutti (forse perché le pietanze erano proprio
gustose!), al termine vengono fatte delle squadre da tre elementi, ciascuna
delle quali avrà il compito di apparecchiare, sparecchiare e lavare le
stoviglie dei vari pasti quotidiani: il numero dei ragazzi consentiva a
ciascuno l’onere di un solo turno ma è stato bello vedere che più di uno si
adoperava ad aiutare i compagni di gavetta per accelerare i tempi e per rendere
meno pesante il lavoro.
Al termine della cena, dopo un
piccolo momento di svago, ci siamo raccolti sull’esterno della chiesetta
presenta nella casa; complice il bel tempo abbiamo potuto parlare e riflettere
sotto il cielo stellato. Prima di iniziare è stato presentato ai ragazzi, che non
lo avevano conosciuto la scorsa estate, la nostra guida, Padre Sandro, un
operaio bergamasco diventato poi prete assunzionista ed ora in forza presso la
casa madre di Firenze… prestato alla casa di Cannero per condurre le
riflessioni dei gruppi e delle comitive che chiedono di trascorrere del tempo
in riva al lago.
Il tema scelto per questo campo è
stato quello della ”LIBERTA’ DI VOLARE”.
Ai ragazzi è stato spiegato che
per “volare” non si intendeva il solcare i cieli con ali o aerei bensì si voleva far capire che la bellezza
del volare, unita alla libertà di spiccare il volo, stava a significare la capacità di
ciascuno di non sentirsi imbrigliato dalle cose terrene, dalle zavorre, dai
pesi che ci possano limitare in queste azioni. Per volare non dobbiamo
uniformarci alla massa, non dobbiamo fare quello che fanno in tanti solo perché
va di moda, non dobbiamo inseguire l’ultimo modello di cellulare o l’ultima
moda di scarpe o vestiti altrimenti diventeremo schiavi di tutto ciò e la
nostra libertà non esisterà più. Padre Sandro ha poi fatto ben comprendere ai
ragazzi il significato della parola libertà: essere liberi non significa fare
quello che si vuole, che più ci aggrada senza subire condizionamenti di
genitori o professori; il vero significato del termine è l’essere liberi di
scegliere tra ciò che è bene e ciò che
non lo è, ed una volta scelto il bene seguire quella strada senza farsi
condizionare da mode o falsi miti… questo è il succo della vera libertà! La
riflessione è poi proseguita su quello che i ragazzi percepiscono essere delle
zavorre alla loro libertà e a fianco di cose gettonate come cellulari, computer
e social network hanno trovato spazio
temi come la timidezza, la paura di non essere all’altezza della situazione, la
pigrizia e tanti altri ancora.
Prima di
andare a coricarsi venivano fatti due gesti significativi. Il primo era quello
di un barattolo vuoto che veniva riempito prima con delle palline da golf,
quando sembrava non starci più dentro niente veniva aggiunta della ghiaia; ora
che era stracolmo non si poteva credere nel vedere che se si aggiungeva della
sabbia anch’essa trovava posto. Pieno com’era il contenitore riusciva ancora a
contenere due bicchieri di vino. Il
gesto veniva alla fine spiegato come segue:
“il barattolo è la vostra vita. Le palline da golf sono le cose
importanti: la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri
amici e le cose che preferite; cose che se rimanessero dopo che tutto il resto
fosse perduto riempirebbero comunque la vostra esistenza”.
“I sassolini sono le altre cose che contano, come
il vostro lavoro, la scuola, la vostra casa, l’automobile. La sabbia è tutto il
resto, le piccole cose.”
“Se metteste nel barattolo per prima la sabbia non
resterebbe spazio per i sassolini e per le palline da golf. Lo stesso accade
per la vita. Se usate tutto il vostro tempo e la vostra energia per le piccole
cose, non vi potrete mai dedicare alle cose che per voi sono veramente
importanti.
“Curatevi delle cose che sono fondamentali per la
vostra felicità. Giocate con i vostri figli, tenete sotto controllo la vostra
salute. Portate il vostro partner a cena fuori. Giocate altre 18 buche! Fatevi
un altro giro sugli sci! C’è sempre tempo per sistemare la casa e per buttare
l’immondizia. Dedicatevi prima di tutto alle palline da golf, le cose che contano
sul serio. Definite le vostre priorità, tutto il resto è solo sabbia”.
Ovviamente poi qualcuno chiese cosa
rappresentavano i due bicchieri di vino aggiunti alla fine e la risposta fu che
“serve solo a dimostrare che per quanto possa sembrare piena la tua vita c’è
sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico”.
L’ultimo gesto invece è stato quello di riportare per
iscritto su delle strisce di carta tutte le “zavorre” trovate dai ragazzi; le
strisce sono poi state attaccate ad una
lanterna cinese che liberandosi in cielo stava a significare l’allontanamento
da ciascuno di noi di condizionamenti e di pesi inutili che ci portiamo dietro
così da poter riacquistare un po’ di quella libertà che abbiamo perduto. Molto
bello il gesto… peccato che la malefica lanterna ad un certo punto da lassù nel
cielo è piombata a picco in un bosco adiacente, secco per via della siccità
estiva, creando qualche momento di apprensione… per fortuna rientrato dopo aver
perlustrato la zona di caduta.
Ora tutti a nanna per riposare membra e mente…
inutile raccontare che alle 2 di notte nelle camerate maschili si stavano
ancora ultimando le partite di poker (senza soldi ovviamente!) mentre la
leggenda narra che nella camerate delle ragazze il chiacchiericcio si sia
protratto fino alle prime ore dell’alba… non so quanto di vero ci sia in
questo, ma le facce di alcune di loro sembravano quelle delle operaie della
FIAT che uscivano dal turno di notte!
L’indomani ci siamo alzati sotto una leggera
pioggerellina che ci ha privato della possibilità di fare la colazione fronte
lago… peccato ma ci saremmo rifatti il giorno seguente. Il programma fatto
veniva così stravolto perché il cielo grigio scuro non lasciavo possibilità di
fare delle attività all’esterno. E così abbiamo trascorso la mattinata in
un’aula enorme, con vista spettacolare sul lago, con moquette e banchi di altri
tempi… La prima parte è stata tenuta da Padre Sandro che ha fatto riflettere i
giovani su vari temi: amicizia, amore, omosessualità, morte … sono solo alcune
delle tematiche toccate che hanno inchiodato i ragazzi alle proprie sedie (p. Sandro
ha una capacità verbale decisamente sopra la media!!!). Nella seconda parte
spazio ai giochi: dividendo le squadre per camerate sono state messe alla prova
prima con una gara canora e poi con una gara teatrale: poco interessa sapere
chi ha vinto e chi no, certo che di qualità ne hanno… speriamo trovino il tempo
e la voglia di coltivarle!
Il pomeriggio ci regalava qualche sprazzo di
azzurro nel cielo grigio e così ci siamo incamminati verso la vicina città di
Cannero Riviera dove abbiamo potuto visitare il piccolo porto, le belle viuzze
centrali, la rinomata spiaggia chiaramente deserta di bagnanti e il bellissimo
lungo lago affollato da turisti stranieri avventori di bar e gelaterie.
Una nuova pioggerella ha accompagnato il ritorno
alla casa, così siamo arrivati abbastanza inumiditi e pronti a sfamarci con la
mitica pizza che Pia ci aveva preparato per cena.
Dopo aver leccato i piatti ed effettuato tutte le
procedure di sparecchiamento e lavaggio stoviglie ai ragazzi è stato proposto
un grande gioco serale… un giallo dal titolo Il fantasma di villa Lockley.
Divisi in 4 squadre dovevano trovare all’interno
della casa, tutta al buio e con il solo aiuto di una torcia per gruppo, alcuni
misteriosi personaggi (il giardiniere, la mamma della defunta, il frate, il
becchino, la sorella della defunta), superare delle prove che venivano loro
proposte, raccogliere degli indizi per scoprire chi aveva ucciso la padrona
della villa … il tutto cercando di non incappare nel fantasma della stessa
(personificato magistralmente da Diego con tanto di parrucca e voce
dell’oltretomba) perché questo aveva il potere di egare tra loro i componenti
della squadra non prima di averli terrorizzati a morte sbucando urlando e
gesticolando da qualche buio anfratto. Alla fine il divertimento è stato
generale anche se credo che per il fantasma il poter spaventare a piacimento i
concorrenti sia stata una cosa impagabile!
Carichi dalle fatiche del gioco e dalla nottata
ballerina della notte antecedente tutti i ragazzi si sono coricati velocemente
anche perché l’indomani erano attesi dalla “temuta” prova fisica: LA CAMMINATA!
Il meteo domenica è stato dalla nostra parte,
sotto un cielo limpidissimo siamo partiti dopo colazione con destinazione
Cannobio. Un percorso per la maggior parte boschivo, passando attraverso un
piccolo borgo (Carmine Superiore) e
alcuni gruppetti di case che davano la possibilità al gruppo di rifocillarsi
con l’acqua delle fontane e di stropicciarsi gli occhi per la veduta del lago
in tutti i suoi colori. Arrivati intorno a mezzogiorno siamo transitati nel bel
mezzo del mercato, il più rinomato di queste parti, meta di numerosi turisti
svizzeri che arrivano con traghetti via lago appositamente per spendere la loro
sonante moneta. Alla fine del lungo lago si trovava il parco alberato e
attrezzato con giochi dove ci siamo accampati per il pranzo non prima di aver
fatto un bagno tonificante nelle acque tiepidine del lago Maggiore.
Divorati i panini e qualche vivanda comprata ai
banchi del mercato, spazio alla classica partita di calcetto su campo in
sabbia… e poi preparazione per il ritorno. Rispetto all’andata il ritorno è
stato “misto”: una prima parte fatta sul pullman di linea ma visto il traffico
e la sovra presenza sul mezzo abbiamo optato di proseguire per metà cammino sul
sentiero fatto in mattinata.
Al rientro immancabile sfida a beach volley con la
rete che ci siamo portati dietro dall’oratorio e poi tutti a fare una doccia e
a prepararsi per la S. Messa.
Qualche genitore ci raggiunge e partecipa insieme
ai ragazzi alla funzione che Padre Sandro presiede nelle sua maniera: tutti
intorno a lui, sull’altare, i ragazzi si sentono parte della funzione
partecipando attivamente con le letture e rispondendo alle domande che vengono
loro poste durante l’omelia.
Altri genitori si uniscono al gruppo per la cena
di fine campo, siamo in tanti ed è ancora di più una festa. Si sparecchia, si
lava i piatti ed ora rimane solo il tempo per i saluti … anche se i ragazzi
vorrebbero prolungare il soggiorno ancora di qualche giorno.
Un GRAZIE a Pia e Danilo per l’accoglienza
ricevuta durante tutto il soggiorno (è diventata la nostra seconda casa!), a
Padre Sandro per il sostegno e le belle riflessioni che ci ha fatto, a Diego e
Melania per averci aiutato in maniera fondamentale nel giocone finale. Alla prossima!
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