martedì 1 settembre 2015

Il gruppo giovani a Cannero (VB) 31 luglio - 1 e 2 agosto



Appuntamento fisso a chiusura delle attività catechistiche per il gruppo giovani di Santo Stefano è diventato il mini campo di Cannero, nello splendido scenario della casa dei padri assunzionisti, proprio di fronte ai castelli diroccati che sbucano dal lago Maggiore. Il “gruppone” partecipante era un mix tra i ragazzi che durante l’anno si ritrovano settimanalmente per la catechesi giovanile e alcuni animatori con cui hanno lavorato tanto e proficuamente nell’appena concluso grest sul tema delle cronache di Narnia.
E così nella sera di venerdì 31 luglio il ritrovo è sulla nostra piazza, sistemazione nelle auto di tutti e 18 i partecipanti, e via verso la meta. Una coda, dovuta ai tanti turisti presenti nella zona lagunare, ci allunga i tempi di percorrenza, ma all’arrivo ci sono sempre Pia e Danilo, con l’immancabile cane Bea, che ci aspettano sorridenti e accoglienti come se fossimo dei loro familiari. Sarà l’aria del lago ma la cena viene velocemente divorata da tutti (forse perché le pietanze erano proprio gustose!), al termine vengono fatte delle squadre da tre elementi, ciascuna delle quali avrà il compito di apparecchiare, sparecchiare e lavare le stoviglie dei vari pasti quotidiani: il numero dei ragazzi consentiva a ciascuno l’onere di un solo turno ma è stato bello vedere che più di uno si adoperava ad aiutare i compagni di gavetta per accelerare i tempi e per rendere meno pesante il lavoro.

 
Al termine della cena, dopo un piccolo momento di svago, ci siamo raccolti sull’esterno della chiesetta presenta nella casa; complice il bel tempo abbiamo potuto parlare e riflettere sotto il cielo stellato. Prima di iniziare è stato presentato ai ragazzi, che non lo avevano conosciuto la scorsa estate, la nostra guida, Padre Sandro, un operaio bergamasco diventato poi prete assunzionista ed ora in forza presso la casa madre di Firenze… prestato alla casa di Cannero per condurre le riflessioni dei gruppi e delle comitive che chiedono di trascorrere del tempo in riva al lago.
Il tema scelto per questo campo è stato quello della ”LIBERTA’ DI VOLARE”.
Ai ragazzi è stato spiegato che per “volare” non si intendeva il solcare i cieli con ali o aerei  bensì si voleva far capire che la bellezza del volare,  unita alla libertà di spiccare il volo, stava a significare la capacità di ciascuno di non sentirsi imbrigliato dalle cose terrene, dalle zavorre, dai pesi che ci possano limitare in queste azioni. Per volare non dobbiamo uniformarci alla massa, non dobbiamo fare quello che fanno in tanti solo perché va di moda, non dobbiamo inseguire l’ultimo modello di cellulare o l’ultima moda di scarpe o vestiti altrimenti diventeremo schiavi di tutto ciò e la nostra libertà non esisterà più. Padre Sandro ha poi fatto ben comprendere ai ragazzi il significato della parola libertà: essere liberi non significa fare quello che si vuole, che più ci aggrada senza subire condizionamenti di genitori o professori; il vero significato del termine è l’essere liberi di scegliere  tra ciò che è bene e ciò che non lo è, ed una volta scelto il bene seguire quella strada senza farsi condizionare da mode o falsi miti… questo è il succo della vera libertà! La riflessione è poi proseguita su quello che i ragazzi percepiscono essere delle zavorre alla loro libertà e a fianco di cose gettonate come cellulari, computer e social network  hanno trovato spazio temi come la timidezza, la paura di non essere all’altezza della situazione, la pigrizia e tanti altri ancora.

  
 Prima di andare a coricarsi venivano fatti due gesti significativi. Il primo era quello di un barattolo vuoto che veniva riempito prima con delle palline da golf, quando sembrava non starci più dentro niente veniva aggiunta della ghiaia; ora che era stracolmo non si poteva credere nel vedere che se si aggiungeva della sabbia anch’essa trovava posto. Pieno com’era il contenitore riusciva ancora a contenere due bicchieri di vino.  Il gesto veniva alla fine spiegato come segue:  il barattolo è la vostra vita. Le palline da golf sono le cose importanti: la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri amici e le cose che preferite; cose che se rimanessero dopo che tutto il resto fosse perduto riempirebbero comunque la vostra esistenza”.
“I sassolini sono le altre cose che contano, come il vostro lavoro, la scuola, la vostra casa, l’automobile. La sabbia è tutto il resto, le piccole cose.”
“Se metteste nel barattolo per prima la sabbia non resterebbe spazio per i sassolini e per le palline da golf. Lo stesso accade per la vita. Se usate tutto il vostro tempo e la vostra energia per le piccole cose, non vi potrete mai dedicare alle cose che per voi sono veramente importanti.
“Curatevi delle cose che sono fondamentali per la vostra felicità. Giocate con i vostri figli, tenete sotto controllo la vostra salute. Portate il vostro partner a cena fuori. Giocate altre 18 buche! Fatevi un altro giro sugli sci! C’è sempre tempo per sistemare la casa e per buttare l’immondizia. Dedicatevi prima di tutto alle palline da golf, le cose che contano sul serio. Definite le vostre priorità, tutto il resto è solo sabbia”.
Ovviamente poi qualcuno chiese cosa rappresentavano i due bicchieri di vino aggiunti alla fine e la risposta fu che “serve solo a dimostrare che per quanto possa sembrare piena la tua vita c’è sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico”.

L’ultimo gesto invece è stato quello di riportare per iscritto su delle strisce di carta tutte le “zavorre” trovate dai ragazzi; le strisce  sono poi state attaccate ad una lanterna cinese che liberandosi in cielo stava a significare l’allontanamento da ciascuno di noi di condizionamenti e di pesi inutili che ci portiamo dietro così da poter riacquistare un po’ di quella libertà che abbiamo perduto. Molto bello il gesto… peccato che la malefica lanterna ad un certo punto da lassù nel cielo è piombata a picco in un bosco adiacente, secco per via della siccità estiva, creando qualche momento di apprensione… per fortuna rientrato dopo aver perlustrato la zona di caduta.

Ora tutti a nanna per riposare membra e mente… inutile raccontare che alle 2 di notte nelle camerate maschili si stavano ancora ultimando le partite di poker (senza soldi ovviamente!) mentre la leggenda narra che nella camerate delle ragazze il chiacchiericcio si sia protratto fino alle prime ore dell’alba… non so quanto di vero ci sia in questo, ma le facce di alcune di loro sembravano quelle delle operaie della FIAT che uscivano dal turno di notte!


L’indomani ci siamo alzati sotto una leggera pioggerellina che ci ha privato della possibilità di fare la colazione fronte lago… peccato ma ci saremmo rifatti il giorno seguente. Il programma fatto veniva così stravolto perché il cielo grigio scuro non lasciavo possibilità di fare delle attività all’esterno. E così abbiamo trascorso la mattinata in un’aula enorme, con vista spettacolare sul lago, con moquette e banchi di altri tempi… La prima parte è stata tenuta da Padre Sandro che ha fatto riflettere i giovani su vari temi: amicizia, amore, omosessualità, morte … sono solo alcune delle tematiche toccate che hanno inchiodato i ragazzi alle proprie sedie (p. Sandro ha una capacità verbale decisamente sopra la media!!!). Nella seconda parte spazio ai giochi: dividendo le squadre per camerate sono state messe alla prova prima con una gara canora e poi con una gara teatrale: poco interessa sapere chi ha vinto e chi no, certo che di qualità ne hanno… speriamo trovino il tempo e la voglia di coltivarle!


Il pomeriggio ci regalava qualche sprazzo di azzurro nel cielo grigio e così ci siamo incamminati verso la vicina città di Cannero Riviera dove abbiamo potuto visitare il piccolo porto, le belle viuzze centrali, la rinomata spiaggia chiaramente deserta di bagnanti e il bellissimo lungo lago affollato da turisti stranieri avventori di bar e gelaterie.
Una nuova pioggerella ha accompagnato il ritorno alla casa, così siamo arrivati abbastanza inumiditi e pronti a sfamarci con la mitica pizza che Pia ci aveva preparato per cena.
Dopo aver leccato i piatti ed effettuato tutte le procedure di sparecchiamento e lavaggio stoviglie ai ragazzi è stato proposto un grande gioco serale… un giallo dal titolo Il fantasma di villa Lockley.
Divisi in 4 squadre dovevano trovare all’interno della casa, tutta al buio e con il solo aiuto di una torcia per gruppo, alcuni misteriosi personaggi (il giardiniere, la mamma della defunta, il frate, il becchino, la sorella della defunta), superare delle prove che venivano loro proposte, raccogliere degli indizi per scoprire chi aveva ucciso la padrona della villa … il tutto cercando di non incappare nel fantasma della stessa (personificato magistralmente da Diego con tanto di parrucca e voce dell’oltretomba) perché questo aveva il potere di egare tra loro i componenti della squadra non prima di averli terrorizzati a morte sbucando urlando e gesticolando da qualche buio anfratto. Alla fine il divertimento è stato generale anche se credo che per il fantasma il poter spaventare a piacimento i concorrenti sia stata una cosa impagabile!



Carichi dalle fatiche del gioco e dalla nottata ballerina della notte antecedente tutti i ragazzi si sono coricati velocemente anche perché l’indomani erano attesi dalla “temuta”  prova fisica: LA CAMMINATA!

Il meteo domenica è stato dalla nostra parte, sotto un cielo limpidissimo siamo partiti dopo colazione con destinazione Cannobio. Un percorso per la maggior parte boschivo, passando attraverso un piccolo borgo (Carmine Superiore)  e alcuni gruppetti di case che davano la possibilità al gruppo di rifocillarsi con l’acqua delle fontane e di stropicciarsi gli occhi per la veduta del lago in tutti i suoi colori. Arrivati intorno a mezzogiorno siamo transitati nel bel mezzo del mercato, il più rinomato di queste parti, meta di numerosi turisti svizzeri che arrivano con traghetti via lago appositamente per spendere la loro sonante moneta. Alla fine del lungo lago si trovava il parco alberato e attrezzato con giochi dove ci siamo accampati per il pranzo non prima di aver fatto un bagno tonificante nelle acque tiepidine del lago Maggiore.
Divorati i panini e qualche vivanda comprata ai banchi del mercato, spazio alla classica partita di calcetto su campo in sabbia… e poi preparazione per il ritorno. Rispetto all’andata il ritorno è stato “misto”: una prima parte fatta sul pullman di linea ma visto il traffico e la sovra presenza sul mezzo abbiamo optato di proseguire per metà cammino sul sentiero fatto in mattinata.
Al rientro immancabile sfida a beach volley con la rete che ci siamo portati dietro dall’oratorio e poi tutti a fare una doccia e a prepararsi per la S. Messa.


  
Qualche genitore ci raggiunge e partecipa insieme ai ragazzi alla funzione che Padre Sandro presiede nelle sua maniera: tutti intorno a lui, sull’altare, i ragazzi si sentono parte della funzione partecipando attivamente con le letture e rispondendo alle domande che vengono loro poste durante l’omelia.


Altri genitori si uniscono al gruppo per la cena di fine campo, siamo in tanti ed è ancora di più una festa. Si sparecchia, si lava i piatti ed ora rimane solo il tempo per i saluti … anche se i ragazzi vorrebbero prolungare il soggiorno ancora di qualche giorno.

Un GRAZIE a Pia e Danilo per l’accoglienza ricevuta durante tutto il soggiorno (è diventata la nostra seconda casa!), a Padre Sandro per il sostegno e le belle riflessioni che ci ha fatto, a Diego e Melania per averci aiutato in maniera fondamentale nel  giocone finale. Alla prossima!



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